venerdì 8 gennaio 2016

Soli al parco giochi. Chi gioca all'aria aperta d'inverno?




Con l'inizio dell'inverno i parchi giochi si svuotano, i bambini si rintanano in casa e attendono l'arrivo della primavera per uscire.
Perché? Come si può rinunciare a così tante ore all'aria aperta a giocare?
Probabilmente, può sembrare ovvia la motivazione che sta alla base dello "svuotamento" dei parchi giochi. Per me non lo è.


Quand'ero piccola giocavo sempre all'aperto. In qualunque stagione, tranne quando pioveva.
Mio figlio, non solo gioca all'aperto anche se piove, ma frequenta una scuola che condivide le nostre stesse abitudini. Durante l'inserimento alla materna, la maestra mi ha spiegato che ogni mattina i bambini escono a giocare all'aperto e che, in caso di pioggia, gli fanno sperimentare le gocce di acqua che gli cadono sul viso. Vi ricordate questa bellissima sensazione? Mi ricordo che io tiravo fuori anche la lingua per assaggiarne il gusto.

I bambini hanno bisogno di stare all'aria aperta, di correre, di cadere e di sporcarsi di terra, acqua e di tutto ciò che la natura ci offre. Non c'è nulla che possa sostituirla, nemmeno una grande casa per correre.

Vivendo in una città come Torino, non posso offrire a mio figlio gli stessi spazi verdi che avevo a disposizione quando ero piccola. Mi impegno però a fare il meglio, portandolo tutti i giorni a giocare fuori, anche solo per un'oretta, se abbiamo poco tempo a disposizione.
Ci sono stati giorni di reclusione forzata per motivi di salute. In quei momenti, ho notato in lui nervosismo ed un aumento dell'attività motoria.

Il loro corpo, ancor più del nostro, ha bisogno di muoversi, di scaricare la meravigliosa quantità di energia che posseggono e di sentirsi tanto stanchi per le corse, per i salti e per le nuove esperienze fatte da soli, o in compagnia, a contatto con la natura.

Il parco giochi è un artifizio, ne sono consapevole, ma per chi vive in città è utile lungo la settimana, visto che non è possibile recarsi in montagna, al mare o semplicemente in campagna.
Ci sono comunque alberi, foglie, ghiande, semi, terra...
Si tratta solo di scegliere i più sicuri, i più puliti, i più ordinati e i più comodi da raggiungere.

Quando mio fratello e la sua famiglia vivevano in Svezia, ho avuto modo di capire che il nostro atteggiamento di rintanarci in casa durante i mesi più freddi, quasi come se fosse arrivato il momento del letargo, sia soltanto un retaggio culturale.
Se facessimo a gara per le temperature più basse, di certo vincerebbero gli svedesi, eppure i loro bambini escono a giocare all'aperto ogni giorno, incuranti delle condizioni meteo. Lo stesso vale per gli adulti con o senza bambini.

Vi siete mai soffermati a pensare come ci si sente dopo aver fatto una passeggiata, seppur in città e seppur breve, dopo una lunga giornata trascorsa chiusi in ufficio o semplicemente in casa?
Io mi sento meglio, sento di aver scaricato corpo e mente.

Se per il caldo utilizziamo il condizionatore e i vestiti leggeri, perché per il freddo non indossiamo un abbigliamento adeguato ed usciamo con i nostri bambini?

Robert Baden-Powell, fondatore degli Scout, disse: "non esiste buono o cattivo tempo, esiste solo buono o cattivo equipaggiamento".

Dal primo autunno di Gregorio al parco, ho iniziato a portare sempre in borsa un paio di pantaloni anti-pioggia. Sono stati e continuano ad essere molto utili.
In caso di pioggia o di post pioggia, li infiliamo sopra ai pantaloni già indossati e via sullo scivolo e altalena bagnati.
In inverno, oltre all'abbigliamento di base (giacca, guanti, cappello e paracollo), per il mio bimbo ho scelto un paio di scarpe scamosciate, molto flessibili e carine, ma impermeabili, grazie ad un rivestimento interno in gore-tex. Sono perfette e incredibili. Uno dei miei migliori acquisti.

L'unico aspetto negativo è che mancano i compagni di gioco!



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